Il discorso decisivo | |
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Titolo originale | فصل المقال في ما بين الحكمة و الشريعة من إتصال, Fasl al-maqâl fîmâ bain ashsharî'ah wa al-hikmah min al-ittisâl |
Autore | Averroè |
Periodo | seconda metà del XII secolo |
Genere | fatwā |
Sottogenere | Filosofico |
Lingua originale | arabo |
Il Libro del discorso decisivo in cui si stabilisce la connessione esistente tra la rivelazione e la filosofia (in arabo: فصل المقال في ما بين الحكمة و الشريعة من إتصال, Fasl al-maqâl fîmâ bain ashsharî'ah wa al-hikmah min al-ittisâl), conosciuto come Il trattato decisivo o Il discorso decisivo, è un testo di Averroè datato al 1179. Si tratta di una fatwā (il corrispettivo del responsa per il diritto romano) che pone la questione se sia consigliato, obbligatorio o vietato praticare la filosofia dal punto di vista della fiqh, ossia la giurisprudenza islamica. Averroè, in qualità di qāḍī di Cordova, cerca di dimostrare che per gli studiosi la filosofia è obbligatoria; aggiunge, tuttavia, che la filosofia non è appropriata per coloro che non hanno le capacità di padroneggiare la dimostrazione razionale. Questi devono accontentarsi del significato ovvio del Corano. Averroè risponde quindi a coloro che pensano che la filosofia distolga gli uomini dalla religione: ciò avviene solo se è praticata da coloro che non ne hanno la competenza.
Secondo gli studiosi William Theodore De Bary e Ainslie Embree,[1] il Discorso rappresenta «un classico tentativo di riconciliazione fra religione e filosofia.»
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